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Montagnana

Mirabile edificio del XV secolo, forse fu residenza di Giacoma da Leonessa, moglie del condottiero Erasmo da Narni detto il Gattamelata. Gli elementi di spicco sono il portale in pietra tenera finemente istoriato e la splendida pentafora centrale al piano nobile.

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Palazzo Magnavin-Foratti

Tra le città murate del Veneto, Montagnana è quella che meglio conserva la sua cinta medievale che abbraccia il centro storico per quasi 2 km. La città si trova a circa 50 km di distanza da altri importanti centri artistici come Padova, Verona e Vicenza, in una posizione privilegiata che favorì fin dal tardo neolitico il sorgere dei primi insediamenti. 

Il castello è il nucleo più antico della città ed è costituito da un edificio principale di pianta rettangolare, da un suggestivo cortile interno protetto da due torri di vedetta e dall’imponente Mastio che domina Montagnana con i suoi 38 mt. di altezza. In epoca veneziana il castello fu adibito a deposito per la canapa coltivata nelle campagne e ad alloggiamento invernale per le truppe della Serenissima. Restaurato nel 1994-96, dopo anni di abbandono, fu riadattato ad uso pubblico. Le sue sale ospitano oggi l’Ufficio Turistico, il Centro di Studi sui Castelli, la Biblioteca,
l’Archivio Storico Comunale ed il Museo Civico “A.Giacomelli” (suddiviso in una sezione archeologica con testimonianze dal tardo neolitico all’epoca romana, una sezione medievale e moderna con affreschi, tele di pittura veneta e ceramiche, ed una sezione musicale, dedicata a Giovanni 

Castel San Zeno, Mastio di Ezzelino, Museo Civico e Arena “Martinelli - Pertile”

Nella metà del XVI secolo Francesco Pisani commissionò ad Andrea Palladio la costruzione di una dimora che fosse sia luogo di villeggiatura che centro delle attività agricole derivate dai suoi possedimenti. Sulla facciata principale campeggia lo stemma nobiliare dei Pisani, mentre sulla parte posteriore, affacciata su un elegante giardino, si apre un arioso portico sormontato da una loggia. L’atrio d’ingresso ospita quattro sculture di Alessandro Vittoria rappresentanti le stagioni.

Villa Pisani

Realizzato con ogni probabilità verso il 1537/38, fu parzialmente ricostruito nel 1593 a seguito di un incendio che ne danneggiò la parte superiore. Il progetto dell’edificio è attribuito all’architetto veronese Michele Sammicheli. L’ambiente di maggior pregio all’interno dell’edificio è la Sala Consiliare, i cui soffitti nel 1605 furono decorati con raffinati intagli lignei da Marcantonio Vanin.

Municipio - Palazzo Sammicheli

Il Listón, realizzato in trachite grigia dei Colli Euganei con inserti in pietra bianca, ad imitazione della veneziana Piazza S. Marco, è il cuore della città. Su di esso si affacciano eleganti edifici, come Palazzo Zanella dai raffinati camini a corolla, Palazzo Valeri di gusto settecentesco, il Monte di Pietà fondato nel 1497 per contrastare l’egemonia dei banchi ebraici, il Palazzo della Loggia, costruito nel 1877 sul luogo di un’antica chiesa con annesso un ospizio per i pellegrini. L’edificio in cotto in stile medioevale a est è il palazzo della Cassa di Risparmio, costruito nel 1924 dopo che un incendio distrusse le abitazioni preesistenti. Verso Via Roma si trovano Palazzo Santini, edificio ottocentesco i cui colori e le cui decorazioni celebrano il Risorgimento e l’Unità d’Italia, e Palazzo Pomello Chinaglia, del XV secolo, da alcuni studiosi ritenuto una delle residenze dei Gatteschi da Narni, da altri invece dei Pisani.

Piazza Vittorio Emanuele II e i suoi palazzi 

Il Duomo, edificato dal 1431 al 1502, presenta all’esterno uno stile tardo gotico, ingentilito dal bel portale in marmo bianco attribuito tradizionalmente a Jacopo Sansovino, ed all’interno un carattere rinascimentale. I due affreschi della controfacciata, databili tra il XV e il XVI secolo e raffiguranti il David con la testa del gigante Golia, e Giuditta vittoriosa sul generale assiro Oloferne, sono stati attribuiti a Giorgione. Sulla parete sinistra la tela della Battaglia di Lepanto ricorda la famosa vittoria del 1571 delle forze cristiane contro l’esercito turco. Più oltre della navata si trova la graziosa Cappella del Rosario con il suo enigmatico affresco astrologico dipinto alla fine del XV secolo. Sulla parete di destra una Madonna in trono con Bambino e Santi e più avanti la tavola raffigurante Santa Caterina d’Alessandria incorniciata da un elegante altare in pietra dei Berici, del XVI secolo, opere di Giovanni Buonconsiglio detto il Marescalco, autore anche del grande affresco del catino absidale raffigurante l’Assunzione. Al centro dell’abside, l’altare maggiore con la Trasfigurazione di Cristo di Paolo Veronese del 1555.

Duomo di S. Maria Assunta

Citata nei documenti dal 1350, potrebbe essere ben più antica, come dimostrano alcuni elementi romanici in facciata. Al suo interno conserva un prezioso organo Callido del ‘700, affreschi del XIV secolo, e la Madonna con Bambino e i SS. Giovanni Battista, Marco, Francesco e Zeno, di Palma il Giovane. 

Chiesa di San Francesco

La costruzione di una nuova e più imponente cinta muraria fu avviata per volontà di Ubertino da Carrara nel 1337, e portata a termine con la costruzione, nel 1362, della Rocca degli Alberi voluta da Francesco il Vecchio. La cinta carrarese si distingue per l’utilizzo di grossi blocchi grezzi di trachite euganea alternati a strati di laterizio, e per la presenza di ben 24 torri d’avvistamento. Il fossato esterno, largo da 20 a 40 metri, veniva riempito d’acqua tramite il Fiumicello, un canale artificiale derivante dal Fiume Frassine, scavato nel 1277. A proteggere le fondamenta delle mura dall’acqua fu realizzato un terrapieno tuttora esistente, il mottón.

Le mura

L’oratorio, con annesso convento, esisteva già nel 1407 e offriva ospitalità e assistenza medica agli indigenti. Nella lunetta sopra l’ingresso la Madonna a braccia aperte protegge i fedeli. Al piano superiore sono stati rinvenuti alcuni affreschi di Giovanni Buonconsiglio, parte dei quali sono esposti alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Ospedale della Natività

Fu costruita tra il 1360 e il 1362 per volontà di Francesco il Vecchio da Carrara. Circondata d’acqua sia esternamente che internamente, vi si accedeva soltanto attraversando un complesso sistema di ponti levatoi, saracinesche e portoni. Le facciate verso città e campagna ospitano gli stemmi del Comune di Padova, di Francesco il Vecchio e dei Carraresi di cui solo il primo è leggibile: gli altri furono scalpellati dai veneziani dopo la conquista della città.

Rocca degli Alberi

L’edificio attuale in stile tardo barocco sorse nel 1771 al posto della chiesa preesistente del XVI secolo che ospitava le suore benedettine dedite all’educazione delle giovani nell’attiguo convento (oggi Educandato Statale). La chiesa, non più officiata, ospita mostre e concerti.

Chiesa di San Benedetto

Il piccolo oratorio risale almeno al XII secolo ed era retto dai frati Antoniti, che si dedicavano all’accoglienza dei pellegrini e dei malati. La presenza Templare è testimoniata da numerosi elementi architettonici e decorativi. 